LA CREATIVITA’
Quanto è grande la
creatività, il bene della creatività?
La creatività è tutta materia
parte permanente e parte provvisoria la quale si rinnova dopo il ciclo di tempo stabilito dalla natura stessa.
Gli uomini fanno parte di quella
materia a tempo determinato la quale per sua fortuna
si riproduce da se; è l’uomo stesso che decide quando e come riprodursi ossia
ha la capacità di decidere la sorte della specie. Questo gli dovrebbe
facilitare una distribuzione sulla terra in base ai propri mezzi di
sopravvivenza necessari a garantirsi la permanenza in vita sino all’
esaurimento del tempo che la natura gli ha concesso
Alla creazione gli umani sono
tutti uguali, a parte i maschi e le femmine che solo nel crescere si
trasformano, con moderazione, sia fisicamente sia nella sapienza. Ed è qui che
nasce negli umani la selezione o meglio la diversificazione gli uni dagli altri
pur essendo della stessa materia e con le stesse forme gli umani si
differenziano al punto di uccidersi fra di loro per spirito di competizione,
come pure nei più evoluti paesi dove ci sono delle normative eguali per tutti
(così si dice) in pratica si differenziano molto l’uno dall’altro sia come
valore in se sia come valore in materia in quanto la loro trasformazione è una trasformazione
di intelligenza del sapere anche molto consistente, per questa ragione durante
la sua esistenza il loro valore reale dell’essere come soggetto creato che la
natura gli aveva attribuito si trasforma in base alla loro intelligenza il
quale secondo il mio parere non è possibile classificare il valore delle
persone come essere in conformità alla sua intelligenza la natura crea il
soggetto allo stesso modo e con la stessa materia, perciò dall’aspetto della
creatività come essere il loro valore è per tutti lo stesso qualunque sia la
sua capacità creativa o culturale, è l’uomo che valorizza se stesso come
soggetto del fare e del sapere ma come valore di per sé sono uguali gli uni
dagli altri senza distinzione sia che uno possegga molto sia che non possegga
niente, il valore materiale e spirituale della persona come di ogni razza di
animale è equiparato allo stesso valore in quanto in caso di morte il soggetto
perde se stesso i suoi averi materiali e spirituali il cui valore è
classificabile solo da colui che gli possiede, a differenza dell’animale che
possiede meno intelligenza dell’uomo e cioè meno conoscenza e meno valori
mentali.
Creare significa formare qualcosa
che non esiste, o se esiste è certamente diverso, la natura ci insegna in modo
inequivocabile dei tanti modi di creatività se pure siano diversi fra loro lo
scopo è sempre lo stesso, ricreare qualcosa per sostituire quello che già sta
morendo, la creatività che la natura forma è una immensa fabbrica che lavora
giorno e notte in continuazione nei luoghi e nei modi più disparati del mondo
adattandosi all’ambiente in un modo impareggiabile. Prendiamo per esempio di
come e quando si procreano gli umani i quali sulla terra sono la classe
dominante fra tutti gli esseri viventi disponendo oltre alla forma fisica,
predisposta a svolgere qualsiasi attività, anche di una capacità di
intelligenza del pensiero di desiderare e di creare quello che serve per la sua
sopravvivenza.
Inizialmente fra l’uomo e la
donna nasce un’attrazione di simpatia che presto si trasforma in passione
coinvolgendo la mente e la coscienza di entrambi, le parti più sensibili e più
determinanti dell’essere umano, è da lì che inizia il desiderio di amare di
dividere il proprio io con gli altri esseri umani affinché si arricchisca di quei
valori che riempiono la vita di piaceri corporali e mentali senza i quali si
ridurrebbe il valore dell’essere nel mondo del creato nel quale tutti
desideriamo la prosperità con l’accoppiamento dell’uomo e della donna sentendo
il desiderio di dare e di ricevere affetto per arricchire il nostro essere e la
nostra vita rendendola più piena e significativa coinvolgendo tutto ciò che fa
attrazione finché l’uno sente il bisogno di vivere in compagnia amandosi
spontaneamente per soddisfare il desiderio di entrambi, è così che
frequentandosi…ben presto i corpi si cercano l’uno con l’altro, si assaporano,
si uniscono fra loro in un solo essere, è in quei momenti passionali che si
procrea il nostro essere, nell’attimo dell’orgasmo che attraversa tutto il
nostro corpo provando una sensazione di assoluto piacere come nessuna altra
cosa nella vita, il suo benessere il suo desiderio è l’attrazione più grande
del nostro essere come è pur vero che sono i momenti più belli della nostra
vita è in quell’attimo di orgasmo che si vive i momenti più belli della nostra
esistenza trasmettendo alla persona che ti è più vicina tutto te stesso senza
alcun pregiudizio ne pentimento, la mente è vuota ci assentiamo da tutto e da
tutti ed è proprio in quel momento, in quell’attimo che si determina la vita
vera e il mistero di essere fuori dalla realtà, come un sogno irreale ricco di
quel piacere sublime che purtroppo come tutte le cose belle hanno poca durata.
Il seme della procreazione viene a procrearsi proprio in quel momento magico della
vita, è così che si gratifica la nostra creatività umana dando quel valore
supremo al nostro essere che la donna col tempo sente crescere lentamente nel
suo corpo giorno dopo giorno aspettando che nel suo ventre si formi un’altra
persona umana per adorarla ed amarla con quell’amore materno che solo una madre
sa dare, per sentirsi un giorno lontano rappresentare da un altro essere umano
che in compagnia del suo amore frutto di quel magico momento di felicità hanno
procreato. Questa è l’analisi reale di quanto grande e importante sia la
creatività umana per la cui ragione non solo essa si deve amare ma soprattutto
rispettare riconoscendo quei momenti pieni d’amore che due persone hanno
vissuto per onorare la natura e il suo essere. Andando avanti con gli anni
tutto questo viene molto spesso
dimenticato, le cause sono molteplici: prima fra tutte è la società in cui
viviamo che sta trascurando quei valori della famiglia e della vita
sostituendoli con una bassa cultura basata sul materialismo e sul possesso che
purtroppo mai non ci sappiamo o non ci vogliamo rinunciare, attratti da quello
che ci offrono in contrapposizione alla famiglia la quale ha trasmesso o ci
vorrebbe trasmettere quei valori umani pieni di rispetto, di affetto e di
sacrificio senza i quali non si realizza nessun risultato. Tutto ciò fa parte
della nostra vita quotidiana che tutti i membri della famiglia dovrebbero
riconoscere e farli propri finché essa rimanga unita per sempre nel bene o nel
male. La società comprendendo anche la scuola offre ai giovani tutto o quasi
tutto quello che chiedono, compreso sesso, droga e perversione di ogni genere;
perfino nelle scuole questo viene tollerato con la consapevolezza di tutti
coloro che dovrebbero formare le generazioni future, tollerando loro quei
piacere e quei desideri che spesso la famiglia non può o non vuole dare,
consentendo quella libertà di vita priva di doveri e di valori reali che sono
la base di ogni essere umano, dando la preferenza agli oggetti che sono intorno
a noi, e sono tanti di ogni tipo e per ogni esigenza del quale l’uomo ne è
vittima non essendo non essendo più in grado di liberarsi da quel mercato che
lo trasforma in un essere incapace di fare quello che dovrebbe, se pure non
sempre sono di nostra necessità ci facciamo coinvolgere al solo scopo di
possedere, di impadronirci di ciò che non abbiamo e che pensiamo sia
indispensabile essendo disponibile sul mercato. Poiché tutto si acquista con il
denaro, il denaro diviene padrone assoluto dei nostri desideri e di noi stessi,
col denaro si stipulano polizze sulla nostra sicurezza, sulla nostra vita fino
al punto che non si capisce più se sta a cuore la nostra esistenza o la nostra
morte, se le polizze di assicurazione servono per tutelarci o per realizzare un
lurido affare barattando la nostra esistenza col denaro stesso avendo
assicurato la vita in caso di morte ci consente di rischiare per la nostra
esistenza in macchina, nello sport e perfino nel lavoro quotidiano come pure
nel divertimento, proprio così è nel divertimento che molte volte si perde la
vita o si rimane paralizzati. E sono tanti coloro che ogni giorno sono vittime
d’ orribili e alquanto assurdi comportamenti che privi di riflessioni e
accorgimenti perdono la loro vita e cercano di tutelarsi stipulando polizze
sulla vita sperando di essere risarciti in caso di sinistro. E’ orribilmente
mostruoso pensare di mettere a rischio la nostra vita in cambio di denaro,
questo è il rovescio della medaglia se da un lato la polizza ricompensa il male
e se pure con i soldi si può fare tutto, ma dov’è rimasto il valore della vita?
Lo abbiamo perso per strada, ci
siamo allontanati da quei valori veri che fanno capo alla nostra esistenza. Una
persona disse: è “meglio vivere un giorno da leoni che cento da pecore”,ebbene
quella persona è morta con le scarpe nei piedi come un povero mendicante. Non
sono certo esempi che possano essere presi in considerazione altrimenti avremo
perso il senso del nostro vivere da uomini liberi e saggi, nella vita dobbiamo
saper soffrire e rinunciare a quei beni che non sono alla nostra portata dando priorità con umiltà e modestia al
nostro essere a difesa dell’esistenza la quale è impagabile e insostituibile
essendo l’unico valore vero che tutti possediamo e che nessuno in caso di morte
ci potrà mai compensare non essendo capace di quantificare il valore della
nostra vita che la natura con la sua creatività ci ha regalato finché noi
potessimo vivere nel miglior modo possibile senza che glia altri possano
interferire.
Nel tempo in cui viviamo possiamo
pure uccidere sia gli estranei come pure i figli o i genitori. Sì avete capito
bene! Oggi in questa società detta democratica e libera si possono anche
uccidere i genitori o chiunque altro, dopodichè con un buon avvocato se non ti
assolvono ti fanno passare per un malato di mente ed in poco tempo puoi
riacquistare la libertà, goderti pure il patrimonio della tua vittima e
reinserirti nella società come se nulla fosse mai accaduto liberandoti pure la
coscienza da ogni rimorso. Questa è una forma di libertà e di democrazia che ci
fa sentire orgogliosi a tal punto da ignorare il prossimo e renderlo una
nullità. Come pure mettere un vecchio
genitore in una situazione che muoia prima del tempo senza aspettare l’ora del
destino che avvolte potrebbe essere troppo lunga l’attesa per godere dei suoi
beni di cui, per legge, si prende possesso solo alla morte. Questa è la società
in cui viviamo oggi, una società democratica e libera a tal punto che la vita
di una persona perde ogni valore reale, basta un pentimento o una confessione
spontanea che subito si dimentica l’eccidio giustificandolo col fatto che il
soggetto in quel momento non era in grado di intendere e di volere, ignorando
il valore e la vita di colui che l’ha perduta, come se ciò fosse cosa dovuta,
questo è determinato dal fatto che ogni persona ama se stessa e solo se stessa.
Ci sono morti violente fatte per
assurde modalità, per uno scherzo, per una gelosia o per pochi soldi senza
discriminazione, sia che si tratti di un uomo, di una donna, di un giovane o di
un vecchio, anche se solitamente viene uccisa la persona debole, quella che non
può difendersi. Colui che commette il reato sa benissimo che nella società
democratica non sta a cuore colui che è stato ucciso ma l’assassino. Si fanno
le leggi non troppo severe finché non patisca troppo, lo si asseconda il più
possibile per reinserirlo nella società, se costui si pente (ed è normale che
lo faccia) gli danno una riduzione della pena aiutandolo anche economicamente.
Ci sono casi in cui dopo il delitto si chiede ai familiari o ai parenti il
perdono per l’assassino. A mio giudizio è più atroce del delitto prendere vanto
di ciò che non ti appartiene; chi di loro ha il diritto di perdonare colui che
ha tolto la vita ad un’altra persona? con che coscienza danno il perdono se
colui che lo deve dare non può più parlare, ne può giudicare?
E’ un comportamento da persone
villane prive di valori reali e morali. Un credente sa che c’è Dio al di sopra
di tutti noi e solo lui può perdonare un peccatore e nessun altro, se non si è
credenti può sembrare che l’assassino abbia fatto un favore ad uccidere un
familiare, avvolte lo può anche fare togliendo dal mondo delle vite umane si
possono liberare dei patrimoni che solo con la sua morte si può prendere
possesso, in quanto ogni persona lascia sempre qualcosa di suo alla sua
scomparsa del quale ne beneficia colui che ha offerto il perdono senza diritto.
Perciò è caso ignobile decidere
per la coscienza altrui senza diritto, poiché abbiamo perso i valori e il
diritto alla vita, l’attenzione è riversa ai viventi, i morti si biasimano un
po’ seppellendoli in fretta e dimenticandoli il prima possibile. In questo
contesto si muove la giustizia degli uomini, del resto è giusto che la legge
punisca meno possibile i malfattori, loro sono esseri ancora in vita, i morti
sono morti non appartengono più al mondo dei vivi.
Il bene e l’amore alla creazione
l’abbiamo perso nell’arco della nostra vita. La ricchezza del creato è stata
troppo presto dimenticata, del resto niente fa più meraviglia quanto la legge
dice alle gestanti “se vuoi puoi uccidere tuo figlio purché non parli ancora
per potersi difendere, così si uccidono i figli a 3 o a 4 mesi di vita, certo
che non parla essendo ancora nel ventre di sua madre, ma proprio perché lui non
può parlare lo si dovrebbe amare di più essendo ancora un essere indifeso e lo
si dovrebbe alimentare nel modo migliore possibile affinché cresca sano e
robusto. Se proprio una donna non lo desidera esistono tante persone, per
fortuna, pronte ad accettarlo come figlio dandogli quell’amore che la natura ci
ha insegnato a dare e di cui lui ha estremo bisogno, evitando così la
soppressione come se fosse un oggetto di disturbo. Queste sono leggi fatte da
uomini sapienti di una società fatta sulla giustizia liberale uguale per tutti
almeno così si dice e si vuole far credere ai popoli affinché la loro mente non
pensi troppo e accetti quello che gli altri hanno già deciso di fare ma non per
i più deboli, per coloro che ancora non possono parlare ne possono piangere
anche se il creato ha già deciso di dare loro il diritto alla vita nel mondo
dei vivi, dove il denaro è al di sopra di tutto e solo lui può segnare i limiti
della libertà, quella libertà che tutti predicano e che noi desideriamo ma che
nessuno possiede; la libertà dello spirito e della coscienza non si ottiene col
denaro ne con i mezzi ma solo col rispetto del prossimo e di ogni essere
vivente.
Andando avanti su questa strada
verrà un giorno che la natura tratterà gli uomini come quella madre che uccise
il figlio nel suo ventre, sarebbe ben giustificato se ciò accadesse in quanto
noi non meritiamo le bellezze e la ricchezza che ogni giorno la natura ci dona.
Speriamo che ci sia veramente un Dio e che possa perdonare tutti perché siamo
tutti colpevoli per quello che facciamo e per quello che pensiamo di fare e non
ne abbiamo il coraggio adattando il nostro essere alle leggi dell’arroganza
senza alcun rimorso , coprendoci gli occhi per non vedere e tappandoci le
orecchie per non sentire purché si salvi la nostra immagine ma non certo la
nostra coscienza, la coscienza non parla ne ci chiede un resoconto ma costei
dorme in silenzio nel nostro corpo senza disturbare ne il nostro essere ne la
nostra mente, ogni persona ne fa l’uso che più desidera senza essere giudicato
da nessun altro se non da se stesso, così tutti vivono felici e contenti.
“se vuoi amare la vita ama te stesso, se ami te stesso sei ricco e
felice, quando la morte ti raggiunge non piangere ma falle un sorriso per la
grazia di essere vissuto.”
Senza rimorsi ne pentimenti
valutando ognuno i propri diritti e i propri doveri affinché si possa vivere
tranquilli e sereni ed essere solo noi giudici di noi stessi e dando il valore
alla vita in base alla nostra convenienza in piena libertà allontanandoci dalla
realtà del nostro essere e del nostro valore reale di esseri viventi rendendo
in se l’essere che tiene diritto alla vita eterna, sono pochi coloro che amano
il prossimo come se stessi e costoro purtroppo non hanno i meriti che
dovrebbero avere perché siano di esempio a tutti noi.
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