GLI IDEALI
Qual è il valore dei propri ideali?
E’ opportuno morire per i propri ideali?
Come detto in precedenza la vita
è sacra al di sopra di tutto, eppure ci sono persone che ancora oggi nel mondo
così evoluto ed emancipato non vogliono rendersi conto che la morte cancella
per sempre l’essere dalla nostra esistenza terrena, è pur vero che tutti un
giorno raggiungiamo la fine, come è vero che il più delle volte non siamo noi a
decidere quando e come ciò si può verificare, questo non può per nessuna ragione
indurci a non dare la dovuta importanza alla vita.
Perché alcune persone non danno
il giusto valore a quello che è alla base dell’esistenza mettendo a rischio la
loro incolumità, per quale ragione sfidano la morte con attrazioni avvolte
anche sportive o semplicemente con esibizioni prive di qualsiasi valore
significativo ed educativo? Forse nella mente di costoro in certe circostanze
subentra un fattore di inferiorità sia come persona fisica sia come capacità
mentale il quale li indice ad esporsi per dimostrare chi sono e cosa sono
capaci di fare esponendosi a duellare con la morte, senza che si rendano ben
conto di quello che stanno facendo.
Può esistere un ideale in cui ti
avvolge mettendo a rischio la propria vita? Io penso di no! Allora perché ogni
giorno centinaia di persone fanno delle azioni o prendono delle decisioni con
effetto di rischio, contrarie ad ogni principio di civiltà umana, costoro non
posseggono in se una chiara visione del suo essere, ma sono attratti dal fatto
di sentirsi diversi e di misurare la propria forza e il proprio valore come
esseri superiori, chi ha chiesto loro di misurarsi alla morte? A mio parere non
è facile dare una risposta precisa in quanto i soggetti sono diversi fra loro
come si diversificano le loro azioni di rischio, credo di essere certo che
tutti coloro che rischiano la vita lo facciano in momenti di pura incoscienza
privilegiando l’esibizionismo al solo scopo di sentirsi coraggiosi e fiduciosi
in quello che stanno facendo, esaltando il suo essere come essere superiore
ignorando la realtà della vita e di loro stessi perdendo l’amor proprio al
mondo e a tutto quello che vive intorno a loro al sol,o scopo di appartenere
mentalmente a esseri superiori, dico mentalmente perché in pratica costoro
rimangono sempre quelli che sono.
Se noi analizziamo ceri
comportamenti ci accorgiamo che sono esseri deboli nel loro interno cioè nel
proprio io trovando difficoltà ad accettare la vita normale desiderosi di
essere giudicati degli eroi, in pratica l’effetto più giusto a fare che sia
l’opposto, perciò non esiste nessuna ragione né ideale che può giustificare a
una persona di mettere a rischio la propria vita per qualcosa di inconsistente
è pura superficialità mentale priva di una ragione materiale al pari della
propria vita medesima, perciò escluderei qualsiasi giustificazione di pensiero
che induca a chi esso sia a rischiare la vita al di fuori da azioni di estrema
necessità o di dovere professionale per il quale costui è predisposto ad
esercitare.
Contemporaneamente abbiamo delle
persone che fanno delle scelte di vita un po’ particolari, come i militari di
carriera che scelgono di vivere al fianco di un fucile anziché di un attrezzo
di lavoro come di consuetudine fanno la maggior parte delle persone, costoro a
mio parere sentendosi incapaci di convivere in una società detta normale si
rifugiano in un mondo assai diverso, pieno di rischi imprevedibili e di
incertezze che però li rende mentalmente più sicuri e più forti, solo perché
indossano una uniforme e posseggono un’arma con la quale possono decidere la
vita o la morte di altri esseri umani anche se per fortuna oggi ne viene fatto
un uso assai limitato. Si dice che tali scelte si fanno per la retribuzione e
che permette loro di fare una vita più evoluta, io penso che non sia così
questa è solo una scusante per nascondere il proprio disagio ad inserirsi nella
società, se la ragione fosse veramente quella sarebbe tanto ridicola quanto
assurda sperare di vivere una vita sicura e prospera con al tuo fianco un
fucile con delle cartucce in canna, se pure non si verifichi alcun rischio
l’esposizione dell’individuo è in continuo allarme, per cui la dignità e la
tranquillità a me pare che esista proprio tutt’ altro, se costoro dedicassero
più tempo a riflettere forse si renderebbero conto con più consapevolezza di
quello che stanno facendo. Questo vale anche per coloro che trasportano denaro
con mezzi blindati e ben equipaggiati, convinti che in caso di aggressione
abbiano la meglio, il più delle volte si verifica l’opposto.
Ci sono molti modi per
trasportare denaro al di fuori di armare due persone e mettendole allo
sbaraglio senza una certezza per la loro incolumità. Queste sono alcune forme
di vita in cui una persona rischia la propria esistenza sia per il piacere di
vivere sia per darsi una sicurezza per se e per la sua famiglia, che purtroppo
non sempre è così, in parte li possiamo anche giustificare in quanto fra
costoro esiste un estremo bisogno di vivere una vita dignitosa al pari dei suoi
simili, che la società in certe zone e in certe circostanze non sempre gli
garantisce, ma così facendo rischiano di differenziare ancor più il loro essere
come uomini liberi tenendo conto alla disciplina a cui sono sottoposti e che
molto spesso è costretta a mortificarli.
Se ci inoltriamo nel mondo del
lavoro ci accorgiamo che esiste una tragedia dagli aspetti sconcertanti con
centinaia di morti causati dalla mancanza delle più elementari norme di
sicurezza, se noi non giustifichiamo nessuna morte per scopo di puro
divertimento, tanto meno si dovrebbe morire al solo scopo di fare una
prestazione lavorativa, gli ambienti di lavoro sono spesso malsani, non
esistono regole procedurali di come si dovrebbe svolgere un determinato lavoro,
tutto è improvvisato o quasi, chi dirige i reparti non sempre ha la qualifica e
la professionalità per esercitare tale mansione, l’operaio come è di
consuetudine non si rende conto o non dà il giusto valore al rischio che
meriterebbe avere se pur a pagare le conseguenze sia sempre colui che lavora,
troppo spesso la sottovalutazione del rischio e l’incapacità di riconoscerlo lo
induce a dei danni irreparabili per se e per la sua famiglia.
Morire per il solo scopo di fare
una prestazione di lavoro è la cosa più vergognosa ed inammissibile che si può
verificare in un mondo moderno ed industrializzato, oggi esistono delle aziende
dette “modello” dentro le quali la sicurezza è bene garantita e priva del
minimo rischio, mentre ci sono delle altre che non meritano neppure di essere
chiamate fabbriche ma sono delle vere baraonde e coloro che le gestiscono non
meritano di essere chiamati imprenditori, ma sono dei veri confusionari senza
scrupoli privi di qualsiasi professionalità imprenditoriale ignorando le regole
più elementari e non rispettando le leggi esistenti come sarebbe suo dovere
fare per il bene di se stessi e dei loro collaboratori che ogni giorno vivono
al suo fianco. E’ in questo contesto che si muove l’uomo ogni giorno ed è qui
che si verificano le sue contraddizioni i suoi valori e i suoi ideali, il
valore alla vita lo si ottiene con la conoscenza, con la cultura del proprio
essere e il rispetto della vita stessa, se ci scordiamo di questi valori le
nostre attività giornaliere e il nostro essere sono sempre a rischio di
sopravvivenza e nessuno può mai giustificare in nessun modo la morte di una
persona, perciò penso dovremo avere più conoscenza a quello che la vita ci
offre sia in positivo sia in negativo, senza una conoscenza la nostra vita è
confusa ed insicura priva di quei valori che merita e che noi non riusciamo a
dargli. Per questa ragione credo non esistono ideali né ragioni specifiche le
quali si possono appropriare del nostro essere come persone vive il cui diritto
alla vita ci viene donato a tutti noi il giorno della nascita, se pure ci viene
offerto senza richiederlo lo dobbiamo difendere per dovere della natura stessa
e per diritto e rispetto a coloro che ce lo hanno donato, tanto più che la vita
di tutti gli esseri viventi è unica e mai ripetibile, se noi riflettessimo solo
pensando che la nostra apparizione sulla terra si verifica una sola volta e che
siamo venuti per caso senza un ordine preconcetto, né stabilito, questo sarebbe
sufficiente a capire molto di più di quello che oggi arriviamo a capire, e dare
un valore reale al nostro essere al di sopra di qualsiasi presunzione
impegnandoci ancora di più perché siamo noi e solo noi gli artefici del bene e
del male, se pure il male è più significativo del bene dandoci un segnale molto
più forte della sua presenza stimolandoci a lottare contro di lui, come se ciò
fosse qualcosa di doveroso da parte nostra, a voler crearsi il male per
combatterlo. Il bene essendo l’opposto del male difficilmente lo sia vede, né
lo si sente, per cui non lo viviamo come un piacere, neppure come un desiderio,
ma piuttosto come qualcosa di normale, di naturale non apprezzandone il suo
valore reale, il bene lo riconosciamo solo quando siamo avvolti dal dolore o
viviamo momenti a noi avversi per varie cause, solo allora ci ricordiamo che
esiste, e questo è lo sbaglio di noi esseri umani forse uno degli errori più
grandi che commettiamo, il bene lo viviamo tutti nella vita ma non sempre lo
vediamo e sono pochi i fortunati che lo sanno riconoscere e vivere nel modo
giusto, per questo motivo il bene va costruito, riconosciuto e vissuto, solo
allora quando la nostra vita termina possiamo dire che è stata positiva e di
vero piacere e che l’abbiamo difesa dal male con i nostri mezzi e con la nostra
conoscenza da persone consapevoli e sagge dando alla vita il suo vero valore
che essa merita.
La vita è un dono universale.
La morte cancella la gioia e il
dolore.
Dice un detto: “il bene costruiscilo da te perché il male
viene da sé.”
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