LE PROPRIE AZIONI
Quando l’uomo prende coscienza delle proprie
azioni?
L’azione dell’uomo è sempre
determinata dalla propria mente, perciò ogni azione che lui esegue in qualsiasi
momento e di qualsiasi genere essa sia, è pienamente convinto di quello che sta
facendo, a meno che subentrino in lui dei momenti di alterazione della mente
stessa, questo è molto difficile da determinare, a mio parere la pazzia è di
facile intuizione e come tale la sua manifestazione è quasi costante, mentre
per le azioni se pure non giustificate esiste sempre una preparazione
precedente, un pensiero ben preciso che progetta e decide il suo da farsi,
senza il quale nessuna azione avrebbe la minima realizzazione.
L’azione improvvisa che l’uomo
esegue e che appare come un attimo di follia penso che non sia proprio così, a
mio giudizio sono azioni impulsive fatte con meno determinazione senza la
programmazione ma sempre azioni pensate e volute in quel determinato momento,
la mente di una persona si è alterata dando sintomi ben precisi e ben visibili,
i quali non danno nessun dubbio del suo essere, viceversa un’azione impulsiva
che non è né preparata né progettata viene molto spesso giudicata non voluta in
quando in quel momento il soggetto non era in grado di intendere e di volere. Con
questa formula si giustificano delle atrocità umane molto gravi, si aggiustano
certe sentenze nei tribunali a proprio piacimento ignorando il reato colposo,
capovolgendo qualsiasi giudizio in merito, sempre a favore di colui che compie
l’azione illecita ritenendolo non punibile e scagionandolo da ogni pena, poiché
il cervello è colui che determina tutto quello che facciamo nel bene e nel male
essendo l’organo primario di ogni essere umano il quale è talmente complesso
che a tutt’ oggi nessuno è ancora arrivato a capirne il funzionamento completo,
ne tanto meno le cause di eventuali anomalie per poterne curare le sue funzioni
quando questo non si comporta come dovrebbe.
Io mi chiedo se un’azione è
impulsiva è normale che dopo subisca un ripensamento da colui che l’ha eseguita
specie se questa è dannosa? Ma è pur vero che l’azione è stata voluta e come
tale se è reato non è un reato inconscio, ma un reato che in quel momento è
stato voluto e realizzato, per questa ragione certi comportamenti andrebbero
giudicati in base all’azione eseguita e non in base a ciò che noi supponiamo e
che in quel momento pensava la sua mente, perché è questo che noi ci avvaliamo
di sapere, ci immaginiamo quale fosse il suo pensiero in quel determinato
momento, per me è pura follia pensare di credere di leggere nel pensiero di una
persona, ancor di più si costui commette azioni insolite e dannose.
Ci sono dei soggetti più
sottoposti di altri ad eseguire azioni impulsive, ma ciò non merita alcuna
giustificazione, l’azione piccola o grande che sia fatta dall’uomo è sempre
un’azione pensata e voluta, il ripensamento a mio parere è un’altra cosa.
A tutti noi viene il ripensamento
ogni qualvolta facciamo un’azione o prendiamo delle decisioni sia pure
importanti o che siano decisioni di poco conto. Questo comportamento può
variare da persona a persona, non tutti ci responsabilizziamo allo stesso modo,
né diamo alle azioni lo stesso valore, perciò quello che dovremmo valutare non
è il pensiero di colui che commette l’azione ma l’azione medesima che è la vera
prova dell’essere, e come tale andrebbe giudicata, se questo non si verifica è
perché noi impostiamo tutta la nostra importanza alla mente e come tali ci
riteniamo di essere capaci di saper leggere nella mente di altre persone, ciò
ci rende più saggi e più sapienti al di sopra di qualsiasi essere umano,
rendendoci arroganti senza che ce ne rendiamo conto. Può darsi che certe
persone per gli studi da loro fatti, sia per esperienza professionale, riescono
avvolte a decifrare il pensiero di una persona, ma mai con la certezza
matematica, ciò lo determina solo il fare, cioè l’azione, avvolte neppure il
dire dà la certezza al pensiero, perciò dovremo astenerci a dare giudizi in
merito e con tanta sicurezza senza valutare la nostra capacità limitata che
abbiamo per entrare nella mente di qualsiasi persona, il pensiero di ognuno di
noi è impenetrabile e come tale oggi lo dobbiamo accettare così com’è senza
scappatoie ed uscire dal mistero scientifico del pensare e non sapere a cosa si
pensa, per me il credere di sapere del pensiero ed il perché uno pensa in un
determinato modo è pura fantasia scientifica la quale serve solo a dare mistero
al mistero stesso creando una teoria scientifica a servizio non della scienza
ma delle persone, sia del giudicante sia di colui che giudica la cui
professione è tutta basata sull’incertezza scientifica e non sulla certezza
come dovrebbe essere e come lo sono tutte le materie scientifiche.
Quando eseguiamo una qualsiasi
attività di lavoro o decidiamo alcune scelte sul nostro da farsi quasi sempre
siamo convinti di quello che stiamo facendo ed è giusto che sia così altrimenti
si vivrebbe nel caos più completo, col tempo lentamente avvolte ci accorgiamo
che il nostro pensiero non era così tanto giusto, che le nostre decisioni si
sono dimostrate sbagliate, perché succede questo? Le ragioni sono più di una.
Per prima cosa spesso ci sentiamo troppo sicuri di noi stessi e di quello che
facciamo, ciò ci induce a non valutare la negatività di qualsiasi nostra azione
che purtroppo quasi sempre esiste, questa è una realtà alla quale nessuno può
sfuggire; pensare, costruire o creare il diverso come dicevo in precedenza è la
nostra positività, ma è pur vero che in ciò esiste anche la negatività come
esiste il rischio della certezza, questo si verifica ancor più quando ci
sentiamo troppo sicuri di noi stessi senza dare il giusto valore a quello che
una persona sa fare, ne vuole riconoscere il proprio limite, tutte le nostre
azioni o quasi tutte sono in sé positive come principio senza le quali il
progresso si fermerebbe ed il benessere pure.
La negatività delle nostre idee e
del nostro fare si verifica per la maggior parte dei casi quando facciamo o
cerchiamo di fare ciò che non siamo capaci di fare, se pure crediamo in noi stessi
al punto di accettare consigli da persone più esperte di noi, se il nostro
lavoro o le nostre idee non danno il risultato sperato anziché esaminare le
vere cause che lo hanno determinato, le ignoriamo restando ancorati al nostro
pensiero convinti che solo noi siamo nel giusto non accettando in alcun modo la
nostra sconfitta. Questo è l’errore più frequente fatto un po’ da molti di noi
il quale non solo ci reca un danno materiale ma può causare pure un danno
fisico-mentale non valutabile in termini reali del quale non possiamo neppure
valutarne la vera entità in quanto non è commisurabile.
Se l’uomo facesse solo ciò che
lui sa fare con certezza io penso che trarremo tutti un grande vantaggio, come
esiste la selezione dei problemi esiste la selezione delle persone, le quali si
diversificano nelle rispettive professioni, per cui ogni qualvolta dovremo
affrontare un problema non di nostra competenza professionale ci dovremo
rivolgere a persone esperte in riferimento al nostro bisogno, ignorare questa
realtà significa vivere nell’ignoranza e nella povertà mentale, è pur vero che
non sempre i pareri dell’esperto sono giusti ed alla fine siamo noi che
dobbiamo prendere la decisione finale, è proprio per questa ragione che se non
siamo pienamente convinti sul da farsi dobbiamo allargare la ricerca con altre
persone finché si matura in noi la conoscenza professionale del problema con
più chiarezza e certezza al fine di ridurre i danni ai minimi termini qualora
la decisione fosse sbagliata, inserendo nel programma di previsione anche la
sua negatività che può sempre capitare in quanto la certezza non è mai certa
come noi la pensiamo.
Solo così si possono evitare
molti errori ed assumiamo più certezza in noi stessi ed nel nostro fare
risolvendo delle situazioni che ci sembrano impossibili. Purtroppo non sempre è
così, anziché aumentare la ricerca tecnica ci comportiamo in maniera opposta,
per valorizzare le nostre idee ci rivolgiamo alla legge aggravando il problema
senza sapere ne come e quando sarà risolto quello che può sembrare di facile
soluzione.
L’argomento della legge e del
diritto meriterebbe un lungo capitolo in cui ora non voglio entrare, lo farò in
un altro capitolo.
Perciò continuo a dire se non
tutti i giudizi o i consigli non sono giusti allargando la ricerca secondo
l’importanza e la gravità del caso, questo ci aiuta a prendere maggior
coscienza delle nostre opinioni recando meno danno possibile a noi stessi e al
prossimo, mettendoci al riparo da eventuali imbrogli che ci possono capitare,
questo a mio parere reale per ogni cittadino sia colto oppure no, ognuno di noi
non può essere esperto in tutto quello che lui ha bisogno, ne possiamo saper
fare o conoscere i segreti delle arti, per questa ragione nel mondo sono sempre
esistite l’arte ed i mestieri senza i quali non si sviluppa nessun progresso,
perciò rivolgersi ad altri per conoscere ciò che non sappiamo o per confermare
le nostre idee non è né umiliazione né ignoranza, tutt’altro, è un fatto di
intelligenza e di maturità mentale che ci aiuta a superare gli inconvenienti
che tutti incontriamo nella nostra vita e che ci inducono spesso a cambiare le
nostre idee, i nostri modi di vita compreso i nostri desideri, per questa
ragione la nostra vita non solo è varia ma è pure sottoposta a delle trasformazioni
quasi costanti e quasi sempre imprevedibili senza che noi ce ne rendiamo conto.
Per questa ragione se abbiamo la certezza di quello che facciamo al momento noi
possiamo prevedere quale risultato determinano nel tempo.
Purtroppo troppe volte noi ci rivolgiamo
a noi stessi ed alle nostre conoscenze per risolvere alcuni problemi pur
sapendo che la nostra conoscenza è molto bassa in quella determinata materia,
ma la nostra volontà di pensiero e la fiducia che abbiamo ci può dare dei
risultati migliori delle previsioni, questo no giustifica mai il rifiuto alla
ricerca del sapere che è alla base della nostra intelligenza, l’insegnamento ed
il recepirlo fa parte di ognuno di noi nel quale si sviluppano quelle
professionalità virtuose che differenziano gli uni dagli altri. Ogni persona
sviluppa il suo sapere ed il suo fare in base alla sua conoscenza ed alla sua
esperienza, perciò più grande è il suo sapere più positivo sarà il suo fare,
solo così la persona acquista stima e fiducia per la sua professionalità. Se
nel mondo del fare come ho detto è determinato dalla conoscenza del sapere
molto diverso è il mondo del pensare, il pensiero si può creare con
l’insegnamento ma anche con la convinzione, il crearsi delle idee comporta
capire e conoscere e per fare questo dobbiamo apprendere da altre persone
quello che noi non conosciamo e per questa ragione prima di appropriarsi degli
insegnamenti dovranno essere esaminati attentamente perché non sempre quello
che vale per una persona vale anche per le altre, gli insegnamenti in generale
ci servono come base dalla quale cresce e si sviluppa il nostro sapere, è per
questa ragione che l’uomo progredisce costantemente, ogni generazione alla sua
morte traccia un segnale di arrivo dal quale partirà la generazione successiva così
facendo il conoscere ed il sapere crescerà automaticamente, questa è una regola
del sapere, l’insegnamento rimane sempre un insegnamento, la formazione reale
delle idee dipendono da noi stessi, dalle nostre capacità creative e da come si
valorizzano certe situazioni sia nel bene che nel male che incontriamo nella
nostra vita.
Cerchiamo di concludere dicendo:
le nostre azioni sono sempre formate dalla mente la quale può essere libera da
ogni influenzamento come pure può subire dei condizionamenti più o meno
determinanti questo dipende dalle persone stesse, alcuni non avendo la volontà
di far lavorare la propria mente per far sviluppare un proprio pensiero
decisionale, accettano consigli da persone vicine a loro le quali, un po’ per
invidia un po’ perché non conoscono affondo il problema i loro consigli molte
volte sono sbagliati, queste persone vivono sempre con problemi di ogni genere,
perciò le idee le dobbiamo costruire noi stessi e fare lavorare il nostro
cervello assumendoci le nostre responsabilità che giustamente ci spetta.
La saggezza di una persona non è solo saper fare, ma anche
non disfare ciò che ha fatto.
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